Questo breve articolo ha l’intenzione di fare chiarezza sulla pratica dello svezzamento ormai noto come “alimentazione complementare” ovvero alimentazione da affiancare alla pratica dell’allattamento sia esso esclusivo o formulato. L’obiettivo è informare il genitore sulle diverse possibilità, criticità o risorse del tipo di alimentazione complementare prescelta per far si che ogni famiglia trovi la modalità di svezzamento più idonea alle proprie esigenze sentendosi libera di scegliere in modo consapevole.
1. Quando iniziare lo svezzamento?
È consigliabile iniziare ai 6 mesi di vita del bambino. Questo dato deriva da diversi fattori:
l’intestino del bambino è pronto ad assorbire i nutrienti in modo ottimale
il bambino riesce a mantenere la testa dritta e una posizione seduta
mostra interesse verso il cibo
sviluppa nuove capacità psico-motorie come portare il cibo alla bocca e deglutire, allo stesso tempo perde altri riflessi come il riflesso di estrusione che lo porta a sputare le prime pappe.
Tuttavia, si parla di “finestra di svezzamento” ovvero una fascia temporale in cui si consiglia di introdurre l’alimentazione solida, arco temporale che va da non prima del 4° mese fino al termine del 6° mese di vita.
2. Quale pasto sostituire?
Si parte con l’introduzione di una sola pappa che generalmente sostituisce la poppata del pranzo. Non esiste un indicazione scientifica su quale poppata sostituire è un’indicazione dettata dalla praticità. Così come la famiglia prepara il pasto per se, lo prepara anche per il bambino. Se i genitori lavorano e il bimbo viene affidato a nonni, tate ecc… il mio consiglio è di iniziare con la pappa serale. È una tappa importante che merita le attenzioni di mamma e papà.
3. Quali consistenze?
Liquide, cremose, solide ma morbide… il bambino può e deve sperimentare. Possiamo optare per pappe cremose che richiamano più lo svezzamento si stampo tradizionale o proporre il cibo “degli adulti” assicurandoci che sia sufficientemente morbido e tagliato in modo sicuro. Il bimbo deve abituarsi a odori, colori, sapori e consistenze nuove, la parola d’ordine è NON FORZARE! La pappa avanza tutta? Lui/lei si sa autoregolare, è istinto di sopravvivenza. Alla poppata successiva mangerà fino a sazietà.
4. Quali alimenti introdurre?
Facciamo prima ad elencare quelli da evitare: sale, zucchero, funghi, miele, latte vaccino. Piuttosto è bene avere qualche accortezza in più:
- scegliere alimenti di stagione (chi lo ha detto che si debba svezzare con la mela?!)
- scegliere alimenti biologici o da agricoltura controllata (questione pesticidi)
- attenzione ai falsi amici (yogurt per bambini ricchi di zuccheri, formaggini ricchi di sale e polifosfati che interferiscono con l’assorbimento di calcio, ecc… farò un articolo dedicato!)
- non esagerare con le proteine
5. Svezzamento tradizionale o autosvezzamento?
Con il termine Baby Led Weaning indichiamo la capacità del bambino di nutrirsi da solo impara in autonomia a portare il cibo alla bocca senza l’aiuto del genitore. La principale differenza con lo svezzamento tradizionale non è tanto la consistenza delle pietanza ma il ruolo del genitore.
- nello svezzamento tradizionale il genitore assume una posizione centrale poiché è il somministratore della pappa. Generalmente chi opta per questa modalità di svezzamento preferisce introdurre le pappe cremose e successivamente i cibi solidi. Non nasce da motivi scientifici ma da questioni pratiche di gestione del bambino e del pasto.
- nell’autosvezzamento il genitore passa da somministratore a osservatore, ruolo non meno importante del precedente anzi con maggiori responsabilità. Al bambino vengono proposti gli stessi alimenti dei genitori e lui/lei potrà portarli alla bocca con le mani o insegnandogli/le l’uso del cucchiaino.
A questo punto mi espongo esprimendomi il mio parere, nessuno me ne voglia male! La scelta del tipo di alimentazione complementare deve essere una presa di coscienza da parte della famiglia. Se la famiglia fosse abituata a mangiare molti prodotti confezionati e ad abusare di sale, zucchero, olio e condimenti forse dovrebbe preferire un alimentazione ad hoc per il bambino perché garantirebbe una dieta più equilibrata, bilanciata e salutare. Di conseguenza non è possibile prendere posizione su cosa sia meglio fare ma è necessario informare i genitori per renderli liberi di scegliere l’alimentazione complementare che meglio rispecchia le esigenze della famiglia.
Fonti:
- Linee Guida CREA 2018
- Faldella, Giorgi, Miniello, Salvioli, La nutrizione del bambino sano, Il Pensiero Scientifico Editore
- Manuale di Nutrizione in età evolutiva – Cuzzolin Ed. 2016
- Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
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