La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla situata alla base del collo, deputata alla produzione degli ormoni tiroidei T3 e T4. La triiodotironina T3 è la forma attiva dell’ormone ma è prodotto dalla tiroide per un solo 20% invece, la tirosina T4 è prodotto in abbondanza, circa l’80%, ma per essere utilizzato deve essere prima convertito in T3.
Perché è importante parlare degli ormoni tiroidei? Perché sono ormoni metabolici. Controllano numerose funzioni endocrino metaboliche: sviluppo del sistema nervoso, allungamento delle ossa lunghe, battito cardiaco, stanchezza, controllo della temperatura e del peso corporeo ecc…
Una tiroide in salute concorre al benessere psicofisico e metabolico della persona.
#precisazione 1: Un’alimentazione varia ed equilibrata è un potente strumento di prevenzione per le malattie tiroidee poiché garantisce tutti i nutrienti che permettono alla tiroide di lavorare in modo efficiente.
Il primo micronutriente alleato della tiroide è lo iodio, lo stato carenziale di questo minerale può portare all’insorgenza di quadri patologici noti come disordini da carenza iodica (IDD), tra i quali il gozzo endemico, ipotiroidismo che nell’ipertiroidismo. La quantità di iodio naturalmente presente in alimenti e bevande è generalmente molto bassa - non si misura né in grammi (g) né in milligrammi (mg) bensì in microgrammi (μg), inoltre alcune modalità di cottura contribuiscono all’impoverimento di questo minerale negli alimenti. Ne consegue che la quantità di iodio assunta attraverso l’alimentazione è generalmente insufficiente a soddisfare il fabbisogno quotidiano necessario per garantire la normale attività secretoria della tiroide. Non a caso l’ipotiroidismo è la forma più diffusa tra le patologie tiroidee.
Le attuali dosi di iodio giornaliere raccomandate (PRI) dai LARN 2014, per la popolazione italiana, sono:
70 μg/die per i bambini al di sotto di 2 anni
130 μg/die per gli adolescenti
150 μg/die per gli adulti
200 μg/die per le donne in gravidanza e durante l’allattamento
In molti Paesi sono state adottate differenti strategie finalizzate a risolvere il problema legato all’insufficiente apporto di iodio. In Italia è stato individuato il sale da cucina come miglior vettore di iodio; questa scelta trova fondamento su ragioni:
1. Ragioni tecnologiche legate alla semplicità del ciclo produttivo del sale
2. Dati di consumo - il sale è presente sulle tavole di tutti gli italiani a prescindere dello status economico - quindi è un prodotto per tutti.
Nonostante sia facilmente reperibile e a basso costo ancora pochi lo consumano con regolarità, anche se questa iodoprofilassi si è rivelata efficacie per la prevenzione delle patologie tiroidee, specialmente al Nord Italia dove queste patologie hanno un’incidenza maggiore.
ATTENZIONE! Il consumo di sale iodato non deve essere motivo di abuso di sale in generale. Il consumo di sale, come da indicazione dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità, deve essere mantenuto sotto i 5g di sale al giorno al fine di limitare il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.
Quali sono le fasi della vita importanti per la prevenzione?
I soggetti più vulnerabili alla carenza di iodio sono bambini e donne in gravidanza, poiché in queste fasi della vita il fabbisogno di iodio è maggiore. Se l’apporto di iodio con la dieta non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno della madre e del feto, si può instaurare una condizione di ipotiroidismo materno o materno-fetale, le cui conseguenze sono tanto più gravi quanto più marcato e protratto è il deficit ormonale. In particolare, poiché durante la vita intra-uterina gli ormoni tiroidei concorrono al corretto sviluppo del sistema nervoso centrale dell’embrione e del feto, un apporto nutrizionale di iodio insufficiente in questa fase della vita può compromettere lo sviluppo intellettivo e cognitivo del nascituro.
Anche durante l’allattamento è necessario che la madre fornisca un’adeguata quantità di iodio al neonato in modo da assicurargli una normale funzione tiroidea durante questa fase della vita.
Le donne in età fertile residenti in aree geografiche dove l’apporto di iodio con gli alimenti non è sufficiente a soddisfare le necessità della gravidanza e dell’allattamento, oltre ad utilizzare con costanza e regolarità il sale iodato, che come già detto tutti dovrebbero consumare, sarebbe necessario assumere dei supplementi di iodio mediante specifici integratori alimentari. L’integrazione è ancora più efficacie se iniziata con largo anticipo prima del concepimento. Altri soggetti a cui porre particolare attenzione sono gli anziani, la cui dieta non sempre soddisfa i fabbisogni nutrizionale.
#precisazione 2: l’alimentazione ci aiuta a prevenire le patologie tiroidee che non dipendono da fattori genetici, quindi sulle tiroidite autoimmune nota come tiroidite di Hashimoto possiamo fare poco o nulla. Invece possiamo fare molto quando il problema è legato a fattori ambientali, non genetici.
#precisazione 3: l’ipotiroidismo (tiroide che funziona poco) e l’ipertiroidismo (tiroide che funziona troppo) diagnosticati e trattati con gli appositi farmaci (che prescrive solo il medico) garantiscono una normale funzionalità tiroidea. Quindi, brutto sentirselo dire, eventuali problemi di peso dipendono da qualità e quantità di dieta e movimento. Non c’è nessun capro espiatorio, la tiroide non ne può nulla!
Ecco a te un breve elenco di alimenti che sarebbe meglio limitare se sei a rischio di ipertiroidismo o che potrai implementare per prevenire l’ipotiroidismo. Troverai l’elenco completo (con anche farmaci, integratori e prodotti cosmetici) in formato pdf nella sezione “contenuti gratuiti” del sito, così potrai stamparlo per averlo sempre a portata di mano!
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Sale iodato: restando nei 5g al giorno di sale, consigliati dal WHO, si apporta un massimo di 160μg di iodio.
Pesce azzurro (sgombero, cefalo, baccalà, merluzzo, sardine, ecc…): 1 porzione apporta in media 150μg di iodio (qualcuno ne contiene di più tipo il cefalo, altri un po' meno) e se ne consigliano tre porzioni la settimana.
Cozze e vongole: 1 porzione apporta circa 140μg di iodio.
Uova: un uovo di gallina contiene circa 35μg di iodio, si consiglia di consumare 2-3 uova a settimana, come prevede un’equilibrata alimentazione
Yogurt e latte vaccino: un bicchiere di latte apporta circa 120 μg di iodio. Ti ricordo che il contenuto in iodio è maggiore nei formaggi freschi, non farti ingannare dal contenuto di sale che non rispecchia la quantità di iodio.
Vegetali (Si, No, Quali???): il contenuto di iodio nei vegetali è molto variabile, dipende molto dal terreno di coltivazione, dal tipo di cottura e dalla presenza di anti nutrienti come nel caso delle crucifere (broccoli, cavoli, cavoletti di Bruxelles).
Fonti:
Società Italiana di Nutrizione Umana-SINU, 2014 - Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana: MINERALI.
World Health Organization. Assessment of iodine deficiency disorders and monitoring their elimination: a guide for programme managers. Geneva, 2007.
Legge 21 marzo 2005, n. 55. Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica. Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 91, 20 aprile 2005
World Health Organization. Guideline: sodium intake for adults and children. Geneva: WHO; 2012.
Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia (BDA)
Rapporto ISTISAN sulla Iodoprofilassi 15-19, Antonella Olivieri e Simona De Angelis
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